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Mercoledì 6 Novembre 2024, ore 21.00 Lendinara (RO), Teatro Ballarin Clicca qui per visualizzare la mappa teatro

OTTAVIA PICCOLO

Matteotti (anatomia di un fascismo)

di Stefano Massini

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Ingresso gratuito con prenotazione fino a esaurimento posti.

Il teatro sarà aperto al pubblico dalle ore 20.15.

Le prenotazioni apriranno alle ore 17.30 di giovedì 31 ottobre.

Le prenotazioni sono valide fino a 15 minuti prima dell’inizio dello spettacolo.

I posti si intendono prenotati, non assegnati. L’assegnazione avviene a riempimento, secondo l’ordine di arrivo.

Musiche di Enrico Fink
eseguite dal vivo da I Solisti dell’Orchestra Multietnica di Arezzo
Massimiliano Dragoni hammer dulcimer, percussioni
Luca Roccia Baldini basso
Massimo Ferri chitarre
Gianni Micheli clarinetto basso
Mariel Tahiraj violino
Enrico Fink flauto

Visual Raffaella Rivi
Disegno luci Paolo “Pollo” Rodighiero
Scenografia Federico Pian
Costumi Lauretta Salvagnin

Regia Sandra Mangini

Produzione Argot

MATTEOTTI (ANATOMIA DI UN FASCISMO)

10 giugno 1924. Sono le quattro e mezzo del pomeriggio. Alcuni testimoni dichiarano di aver assistito a una colluttazione all’interno di una vettura e di aver visto espellere quello che sarà riconosciuto essere il tesserino del deputato Giacomo Matteotti.

Matteotti (anatomia di un fascismo) ripercorre l’ascesa e l’affermazione di quel fenomeno eversivo che Matteotti seppe comprendere, fin dall’inizio, in tutta la sua estrema gravità, a differenza di molti che non videro o non vollero vedere.

Il pericolo più grande, la malattia che fa morire un uomo, è quella che non senti crescere.

Matteotti li riconobbe: quelli che al caffè dietro il Duomo, a Ferrara, ordinavano il “celibano” perché non sapevano che “cherry-brandy” è inglese; quelli che dicevano di riportare ordine nel disordine, perché il fascismo ha assoluto bisogno di sentirsi in pericolo, di attaccare per non essere attaccato; quelli che, d’un tratto, sfilarono in migliaia dietro al Contessino Italo Balbo e si presero l’Italia intera.

Giacomo Matteotti – l’oppositore, il pacifista, lo studioso, l’amministratore, il riformista, il visionario – prese la parola, pubblicamente e instancabilmente:

Io denuncio la manovra politica con cui si è spacciata l’eversione più radicale camuffandola nel suo esatto opposto, ovverosia nella garanzia dell’ordine.
Io denuncio il sistematico uso della forza, la riduzione al silenzio delle voci dissenzienti.
Io denuncio all’Italia e al mondo intero che un mostro chiamato fascismo ogni giorno diventa più potente proprio grazie al silenzioso assenso di chi lo svaluta, lo legittima e non lo combatte!

Tempesta, così lo chiamavano. Uno col sangue caldo.

A cento anni di distanza è il teatro, è la musica, sono le parole di Stefano Massini, la voce di Ottavia Piccolo, i suoni dei Solisti dell’Orchestra Multietnica di Arezzo, a prendersi di nuovo l’impegno di parlare.

NOTE DI REGIA

La vicenda esistenziale e politica di Giacomo Matteotti è quella di un uomo che seppe riconoscere e sistematicamente contrastare il fenomeno fascista, con una lucidità di sguardo e di analisi decisamente fuori dal comune.
In questa sua capacità visionaria Matteotti rimase solo, per quanto sostenuto dai compagni di partito. Chi invece gli fu sempre accanto fu Velia Titta, sua moglie.

Era un riformista, uno spirito costruttivo, un pacifista, e nello stesso tempo un oppositore accanito e implacabile.
Fu un uomo di studi giuridici ed economici che scelse di stare dalla parte della povera gente mettendo a frutto il suo sapere: amministratore instancabile, lottò tenacemente per dare strumenti tecnici di consapevolezza, di autogoverno, ai lavoratori dei campi del suo Polesine.
Uomo delle istituzioni come espressione del bene pubblico, fu parlamentare attivissimo, nei suoi molti scritti e nei suoi moltissimi discorsi.
La sua arma politica era la parola, documentata, fondata sui fatti, indiscutibile. Una parola che smaschera. Per questo fu ucciso.

Matteotti (anatomia di un fascismo) è un racconto popolare contemporaneo che indaga sul fenomeno fascista, mettendo a fuoco una serie di elementi cruciali e caratterizzanti, il cui esito finale (l’eliminazione violenta del corpo dell’oppositore, quale soggetto rivelatore della realtà dei fatti) corrisponde alla sua vera natura originaria, al suo inizio.

La persistenza di questo stesso fenomeno, nel tempo e nello spazio, in forme vecchie e nuove, ci porta a considerare quanto sia indispensabile, oggi più che mai, occuparsi della cosa pubblica, del bene pubblico, guidati da un pensiero costruttivo, legalitario, partecipativo, paritario, competente, attraverso atti e parole chiare, come quelle di Giacomo Matteotti e di sua moglie Velia.

Sandra Mangini